Secondo una recente ricerca medica molti giovano fanno un uso eccessivo di materiale pornografico a cui accedono attraverso internet. Il fatto in sé è già noto, ma il professor Carlo Foresta, ordinario di Andrologia all’Università di Padova, ha scoperto, insieme alla sua équipe, che questo abuso porta spesso a casi di eiaculazione precoce o di calo del desiderio. Hanno suscitato interesse le dichiarazioni del docente a riguardo: “I giovani di oggi rappresentano la prima generazione che ha avuto un’esperienza di sessualità diversa dalle generazioni precedenti: internet, webcam e chat, comunicazione con immagini hanno creato una nuova forma di comunicazione sessuale che interessa in un mese oltre 800mila minorenni. Questa forma di esperienza sessuale dà un imprinting privo di esperienze reali, e costruisce una sessualità mediatica ed istintiva che non tiene conto della sensorialità oltre che della affettività”.
Lo studio del professor Foresta ha coinvolto 500 ragazzi di età vicina ai vent’anni. La metà di questi dichiara di dedicare alla pornografia in rete almeno 45 minuti al giorno e di praticare la masturbazione anche più di 30 volte al mese. Nel 25 % dei casi si sono presentati problemi di calo del desiderio e di eiaculazione precoce. Inoltre il 12% degli intervistati ha ammesso di non cercare nè desiderare rapporti sessuali reali.
Lo studio attribuisce questo comportamento al fatto che i giovani che abusano di siti porno si distaccano progresisvamente dalla realtà, identificando il proprio desiderio sessuale solo con la dimensione visiva e con modelli non reali. Il calo del desiderio sarebbe strettamente connesso alla perdita della concezione reale del sesso. L’eiaculazione precoce verrebbe invece causata indirettamente dalla durata dei video pornografici: la masturbazione finisce con il video, i tempi in cui si raggiunge l’orgasmo si allineano quindi sempre più strettamente alla durata delle immagini. Per sottolineare l’importanza dell’argomento è bene ricordare un’altra dichiarazione del professor Foresta rilasciata alla conclusione del suo studio: “Emerge con estrema forza la necessità di comunicare ai giovani che questa nuova forma di sessualità porta all’isolamento, all’allontanamento della sessualità reale e all’alterazione dei tempi della sessualità”.
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