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La pillola contraccettiva compie 50 anni ed è dunque tempo di tirare le somme, che sembrano essere positive. Nonostante molte donne temono le ripercussioni che la pillola contraccettiva può avere sulla loro salute, i dati scientifici dimostrano il contrario. Anzi, il professor Francesco Primiero dell’Università di Roma La Sapienza, riporta che “un recente aggiornamento dei dati relativi alla mortalità tra le oltre 46.000 donne seguite per poco meno di 40 anni in un importante studio britannico ha dimostrato come, nel lungo termine, quelle che hanno fatto uso di contraccettivi orali vivano più a lungo”.
La pillola contraccettiva migliora anche altri aspetti della vita di una donna, soprattutto se si parla delle pillole di ultima generazione. Fra i benefici vi sono quelli di carattere estetico: la pillola contraccettiva non influisce sul peso. “Su questo fronte è necessaria chiarezza – spiega Primiero – poichè i progressi compiuti nei decenni dalla ricerca farmaceutica sono notevolissimi soprattutto in termini di riduzione dei dosaggi estrogenici e di introduzione di nuove molecole progestiniche. La pillola a base di drospirenone, ad esempio, soprattutto nella formulazione 24+4, grazie alla peculiare attività antimineralcorticoide di questo progestinico di ultima generazione, è in grado di contrastare l’eventuale ritenzione idrica e il conseguente aumento di peso, con una tendenza alla riduzione, fornendo quindi un’adeguata risposta”.
Un altro disturbo a cui la pillola contraccettiva moderna fa fronte è l’eccessiva entità delle mestruazioni: “Una condizione – continua il prof. Primiero – che non solo incide sulla qualità della vita, ma anche sulla salute, perchè è causa di anemia, talora severa, e quindi, di facile affaticabilità, cefalea, ridotta capacità di concentrazione e di memoria. La nuova formulazione contraccettiva, a base di estradiolo valerato e dienogest, recentemente approvata anche per il trattamento dei flussi mestruali abbondanti, ha dimostrato di indurre, dopo 6 mesi di assunzione, una diminuzione fino all’88% della perdita ematica, con evidenti benefici”.
Per quanto riguarda invece i rischi come ad esempio quello di tromboembolismo venoso? “Il tromboembolismo venoso – spiega ancora Primiero – è un evento eccezionalmente raro. Inoltre le probabilità che si verifichi sono maggiori nei primi mesi di utilizzo, per poi ridursi in maniera importante”.
Fonte: Agi
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